venerdì 30 settembre 2016
Se fossi un narratore, forse, anziché le Storie di ordinaria follia di Bukowsky, vagheggerei una storia di ordinaria generosità. La bambina era ancora di età prescolare e, nella sua numerosa famiglia, ogni tanto non la trovavano più. Si sa, erano altri tempi, da collocarsi dopo la prima guerra mondiale; il traffico era modesto e i pericoli scarsi. Si scoprì così che la bimba raggiungeva, distante meno di un chilometro, una chiesa dei Serviti, buia, adattissima ai riti del venerdì santo. Lì, passava il tempo che le lasciavano, perché per lei era il luogo più bello del mondo. Non era stata avviata alle pratiche religiose ma come una piccola bussola si orientava verso quel luogo. Da vecchia, non aveva cambiato i suoi gusti. Ora nessuno più la cercava e così lei, in chiesa poteva starci a piacimento. Personaggio che avrebbe potuto fare da perpetua nel Diario di un curato di campagna. Si era messa in testa che si possono aiutare gli altri a partire da qualunque pensione modesta, come la sua in effetti era. Per fare ciò, non potendo incrementare le entrate, riduceva le uscite. Così ogni pranzo era costituito da un'ala di pollo, con pastina nel brodo. Una piccola stratega dell'economia: recapitava gruzzoli non banali. Fino alla fine. Dimenticavo di dire che quella bambina era la mia mamma.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: