mercoledì 15 marzo 2017
Il 70% degli arresti cardiaci avviene tra le mura di casa, cogliendo familiari e vicini impreparati nell'affrontare l'emergenza. Per questo, a Taranto, primo in Italia, è partito il progetto dei condomìni cardioprotetti. Lo hanno messo in piedi le Acli provinciali ed il 118 della Asl di Taranto, nell'ambito del progetto comune 'Ribattiti', che dal 2014 diffonde la cultura del "salva-vita".
«Da noi – spiega il direttore del 118 di Taranto, Mario Balzanelli – sono state individuate 10 aree della città al fine di rendere omogeneo e facilmente accessibile questo sistema di soccorso. Poi saranno le Acli a stabilire quali condomìni coinvolgere. Questi dovranno essere parte attiva e non dovranno limitarsi a ricevere un defibrillatore come benefit e a prestare alcuni degli inquilini del palazzo per il corso di formazione. I condomìni che aderiranno, prenderanno un impegno preciso: custodire il defibrillatore, posizionarlo all'ingresso del palazzo stesso, indicandolo in modo adeguato e, fondamentale, ogni due anni sostituire a proprie spese le placche autoadesive scadute con cui la corrente elettrica viene erogata nel torace del paziente e cambiare le batterie ogni 4-5 anni». «Inoltre, con il coinvolgimento degli studenti di alcune scuole cittadine impegnate con le Acli Provinciali nei progetti di alternanza scuola/lavoro – ha spiegato il presidente delle Acli Provinciali di Taranto, Aldo La Fratta – è in fase di progettazione un'app per smartphone che, in caso di emergenza, consentirà di individuare i defibrillatori Acli presenti sul territorio e possibili soccorritori nei pressi".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI