venerdì 4 ottobre 2013
Le mosche (pluralissimo!) e il miele, tutto singolare… Tutti in pagina presi da questo Papa che "dialoga" con Scalfari… Fuochi d'artificio plurimi: peana di parte, spesso molto artefatti e brontolii. Sul "Giornale" (30/9, p. 28) Marcello Veneziani vede nella cosa «un'amichevole ipocrisia». Per lui «dopo lunga afasia intellettuali e sacerdoti» parlano di «dialogo». Ma «dialogo» era già al centro dell'"Ecclesiam Suam" di Paolo VI (1964), successore di Giovanni XXIII, che ha indirizzato i suoi dialoghi «a tutti gli uomini di buona volontà»! Segue poi l'ironia su quelli (plurale mascherato per "quello") che «porgono ai non credenti l'amore», perché questo «tante volte confligge con la verità, la giustizia e la responsabilità». Strana idea dell'amore... Potrà confliggere con «la realtà», ma con la verità? Una categoria a parte per chi dice "evviva" solo perché crede che oggi Francesco dica ciò che lui ha sempre detto: si tratterebbe – caso per caso: qualcuno forse clinico – di verificare… C'è anche chi non sopporta che il Papa dialoghi col «mondo moderno»: è affezionato solo ad alcuni passaggi di Gregorio XVI e del "Sillabo" di Pio IX, con tanto di malintesi aggiunti di persona. Ecco per esempio una coppia mista su "Italia Oggi" (2/10, p. 11). Gianfranco Morra annota la per lui scomoda «diversità» di Francesco rispetto ai predecessori, pur concedendo alla fine – un po' a fatica – che «non è un antipapa»! Lì sotto però – titolo: «La Repubblica, giornale fondato da don Eugenio Scalfari» – per Bruno Guarini «Il Papa si è consegnato mani e piedi al quotidiano di Largo Fochetti (e) "Avvenire" piange»! A parte l'ultima balla – il Papa, ogni Papa parla su queste pagine da 45 anni –, è pura invidia. Alla prossima puntata, per programma… puntuta.
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