venerdì 9 aprile 2004
Meravigliarsi della meraviglia? Capita. E ripensi a Tertulliano contro chi giudica fede e Chiesa senza conoscerli. Ancora oggi, dopo 1800 anni. E capita a 360 gradi. Esemplare la vicenda del film di Gibson. Mercoledì "Europa", p. 8, due pezzi di Giovanni Cocconi. Grosso titolo: "La passione secondo Gibson arriva nelle sale. E il mondo cattolico si ritrova spaccato". Lì accanto, altro titolo: "Cl e Socci divisi su The Passion". Si grida ai quattro venti dei giudizi diversi dei "cattolici": dal "Wall Street Journal" al "Corsera", dall'Opus Dei a Cl, ai lefebvriani - che forse definire "cattolici" è un po' problematico, Ndr - ai cardinali Ratzinger, Castrillon Hoyos, Lustiger, al vescovo Foley, ai Paolini di "Jesus" e "Famiglia Cristiana", alla Cei, a mons. Ravasi, ecc" Scoperta! Ciascuno la pensa a modo suo! E allora? E bastasse! Ieri altro giro, altro "polo": "Il Foglio" ci informa con un'altra paginata esclamativa che Mel Gibson ora pensa ad un western sulla storia dei Maccabei. Va bene. Ma lì sotto 4 colonnone ancora in tema: "Paolini iconoclasti e un Cardini marxista contro il Gesù di Mel". Un mare di meraviglia per il "dibattito scompiglia gli schieramenti" e divide la Chiesa, oppone cattolici a cattolici" Che dire? Che ancora troppi pensano alla Chiesa e ai cattolici come se fossero un solo partito, blocco unico su tutto, e si meravigliano di ogni diversità. Al tempo. Bisognerà ricordare che anche i cattolici hanno i loro gusti, la loro coscienza estetica, la piena libertà di giudizio? Occorrerà chiarire che l'unità, nella Chiesa, è sulla fede rivelata e definita, e non sul cinema? Serve sveglia, bipolare, ma fortissima, dal sonno del pregiudizio.
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