mercoledì 17 maggio 2017
Ci sono dei mestieri a cui non ti puoi sottrarre e non c'è pensione che tenga. È così per Susanna Tittonel, 63 anni, valsusina doc, già dirigente scolastica in quel di S.Antonino di Susa. Poco più di sei mesi fa per lei è scoccata l'ora di riporre il gessetto. Ma lei, non è stata neanche per un attimo sfiorata dall'idea di andare dietro la lavagna. Così, dopo qualche bella e meritata vacanza e un periodo sabbatico (meno di un anno), Susanna è tornata in cattedra.
E oggi i suoi allievi si chiamano Lancej, Bahyom, Hassane, Babadi, Ibrahim, Siaka, Modoli, Papa Malick. Sono gli otto profughi richiedenti asilo ospitati in paese all'interno del progetto di microaccoglienza dei comuni valsusini. Arrivano tutti dall'Africa. Per loro Susanna, con l'Unitre del paese, ha messo in piedi una scuola di italiano. L'appuntamento è tutti i venerdì pomeriggio, nella sede dell'associazione, nel cuore di S.Antonino. I ragazzi arrivano. Sullo schermo parte un video, poi vengono proiettati alcuni disegni. Susanna li invita, uno per uno, a leggere un brano in italiano. Si va avanti un passo alla volta, si lavora sulla pronuncia corretta ma, soprattutto, sulla comprensione delle parole e del significato del testo.
«Ragazzi diligenti, educati… Avercene come questi nelle nostre classi!», commenta la ex preside. «E poi sono tutti soci dell'Unitre – spiegano Paola Comolli e Piero Del Vecchio, responsabili dell'associazione – tanto che presto, da allievi, si trasformeranno in insegnanti e terranno lezioni di geografia turistica e di letteratura africana».
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