Sull'“ottica” di Papa Francesco piove un diluvio di clic e di like
domenica 6 settembre 2015
Superato il rallentamento estivo, la Rete che frequento, alla pari delle strade della mia città, si va rianimando: l'ultima rassegna torna a propormi, in cifra assoluta, una dose quotidiana di notizie e post religiosi pari alla media dell'anno. Un quinto di essi contiene i pensieri che il Vangelo e la morale cristiana suggeriscono dinanzi al dramma dei migranti e dei profughi, oggi – e forse per molto tempo a venire – simboleggiato dall'immagine del bambino Aylan Kurdi, trovato morto sull'arenile di Bodrum, in Turchia.Mentre un terzo esatto ha per oggetto le parole e i gesti di papa Francesco. Riguardano atti posti qualche tempo fa ma di portata non episodica, come l'enciclica Laudato si'; impegni del futuro prossimo, come il viaggio a Cuba e negli Stati Uniti e il Sinodo sulla famiglia; programmi in vista del futuro anteriore, come il Giubileo della misericordia; e infine gesti più propriamente legati al presente, come ricevere il presidente israeliano Rivlin o andare in un negozio del centro di Roma per rifarsi gli occhiali.Che questa fosse una notizia, è difficile negarlo: dai tempi di Cecco Angiolieri, “s'i fossi papa” evoca ben altro che “torrei l'occhiali dove più mi pare”. Ma i dati che ho potuto raccogliere quanto alla curiosità che la faccenda ha suscitato sono impressionanti: non tanto sui siti specializzati, quanto e di più sulle testate generaliste, si vede che ha attratto un diluvio di clic e di like, complici anche la particolare evidenza datale da “La Stampa”. Proporzionalmente numerosi i commenti sulle pagine Facebook dei medesimi siti: li ho solo scorsi, non contati, ma credo di poter dire che per la maggior parte fossero improntati a empatia: «Ha dato esempio di sobrietà» (e solo per la minor parte a freddezza: «Sono gesti retorici»). Con uno, comparso sulla pagina “HuffPost Italia” a firma Max Groppi, che con ironia li sintetizza tutti: «Un'ottica diversa».
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