martedì 25 giugno 2013
"Unde malum?" (Da dove il male?) Gran problema da sempre per grandi geni di filosofia e arte, religione e istituzioni civili… Oggi qualcuno si sente discepolo di Socrate e pensa che sapere e cultura sono l'unica garanzia contro il male: «scienza uguale virtù»! Così su "Repubblica" (23/6, pp. 1 e 28) due articoli di Michele Serra nei quali prima un calciatore di talento, ma – per dirla con S. Agostino – di evidente "rudezza", e poi «le belle signore del centro di Milano che vanno in bicicletta contromano», vengono indicati con ironia per il loro deficit culturale. Davvero grave quello del calciatore che fa suo il disprezzo mafioso contro Giovanni Falcone che a costo della vita ha servito legalità e giustizia… Dunque la sua colpa e quella delle belle signore, sebbene di diversa gravità, è nella mancanza di cultura. Sì: «Scienza uguale virtù»! Ecco Socrate, dopo 2.500 anni. Magari fosse così! Nei fatti così non è. C'è di mezzo il mistero della libertà umana. Già Ovidio: «Vedo le cose migliori e le approvo, ma seguo le peggiori» (Met. 7, 20), poi San Paolo: «Infatti non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» (Rm. 7, 18-19). Problema di libertà, dunque. Ma c'è anche il pregiudizio. Infatti sempre "Repubblica", sempre Serra, due giorni prima (21/6) ricordava con ironia «un matto (però innocuo e pittoresco) che girava… avvertendo l'umanità con cartelli e scritte murali che "la Chiesa ci uccide a distanza con l'onda"». Dunque "un matto" con la fissa anti Chiesa, accusata di essere l'origine dei mali dell'umanità… Isolato? No! Di recente (qui, 15/5) citavo da "Repubblica" che l'Italia «all'altezza dello stomaco ha il peso della Chiesa» che spiega tutti i suoi mali. Domanda: quanti discepoli di quel "matto" sono ancora nella redazione di "Repubblica", e in varia pagina altrove?
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