martedì 19 luglio 2016
Dal 1972 al 1975, l'Ente nazionale idrocarburi (Eni) ha pubblicato quattro volumi sui «Monti d'Italia», tre dedicati all'Appennino (1972: App. Centrale, 1973: App. Meridionale; 1974: App. Settentrionale), e uno (1975) dedicato alle due isole maggiori. L'impresa fu ideata e coordinata dagli urbanisti Errico Ascione e Italo Insolera. Lavorarono al progetto economisti, archeologi, geologi, naturalisti, sociologi. Erano già comparsi, anni prima, i volumi di "Tuttitalia", dedicati alle varie regioni italiane. Ma era la prima volta che tante competenze venivano coinvolte nella presentazione globale del territorio montano, con i suoi diversi aspetti, valori e criticità. Gli intenti dell'opera erano dichiarati in una premessa generale. Gli Appennini vengono definiti parte geografica ma anche «culturale» del nostro Paese. Ogni volume, dicono gli Autori, vuole essere un «promemoria», ricordare cioè che «oltre le strade veloci e i centri turistici esiste un territorio più ampio, più complesso, ricco di storia e di cultura». Il linguaggio, divulgativo ma accurato, fonde insieme le varie sezioni in modo organico e fluente.Peccato che i volumi – di grande formato, di impaginazione robusta e di agile consultazione – fossero inviati come strenne fuori commercio. I volumi sono comunque reperibili e dunque possono essere segnalati come fonte di studio e di discussione. Originali alcuni elementi dell'impostazione. Ancora gli Autori: «Una grande foto, pubblicata sulla pagina sinistra, è ridisegnata sulla pagina destra e scomposta secondo i diversi tipi di trasformazione che la natura e l'uomo hanno operato nell'ambiente. Intorno una serie di testi didascalici vuole aiutare a "saper vedere" il territorio». Sono offerti esempi di cattiva gestione urbanistica, con giudizi severi sull'edilizia della Riviera ligure, l'assedio a Genova dell'industria petrolifera, lo sviluppo disordinato di Sassuolo. Viene però sottolineata la sapienza costruttiva di molte strade di campagna e l'impatto ridotto di grandi opere come l'Autostrada del Sole.Gli Autori sono preoccupati del dissesto idrogeologico e dedicano alcune foto drammatiche all'alluvione di Firenze del 1966 e a quella di Genova del 1970. Molto rilevante l'attenzione dedicata alla geologia. Con foto, grafici e spiegazioni, Roberto Colacicchi invoglia il lettore a conoscere le dinamiche della crosta terrestre, l'origine delle rocce affioranti, la consistenza dei terreni su cui si vorrebbe costruire. Le osservazioni dedicate al marmo delle Apuane, alla geologia della Catria (Umbria-Marche), alla tettonica del Gran Sasso o della Maiella sono le chiavi per entrare in una storia lunga e complessa. Di grande rilievo il contributo dell'antropologa Annabella Rossi. Collaboratrice di Ernesto De Martino (1908-1965) per le sue ricerche nel Meridione, è stata direttrice del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Ha promosso piccole ma importanti raccolte etnografiche e le ha pubblicizzate in questi volumi assieme a documenti orali e scritti della cultura popolare. Di grande valore il diario in rima del pastore abruzzese Francesco Giuliani e le lettere dall'America dell'emigrante calabrese Luigi L. Importanti anche le testimonianze degli operai ceramisti, dei giostrai romani, dei pastori sardi.Annabella Rossi è stata una pioniera nella ricerca e nella salvaguardia di quello che l'Unesco ha chiamato «il patrimonio immateriale dell'umanità». Sono ormai passati oltre quarant'anni dalla pubblicazione di «Monti d'Italia». È dunque giusto domandarsi quali analisi, preoccupazioni e proposte degli Autori hanno ancora un'importanza e un seguito. Cercheremo di rispondere la prossima volta.
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