venerdì 4 maggio 2012
«Il segreto di Papa Ratzinger»: tutta pagina 26 de "L'Espresso" in edicola… Solita strattonata – abituale su quelle pagine – a passato, presente e futuro della Chiesa in blocco, o nel caso di una singola persona, quella del Papa? No. Scrive Sandro Magister, attento osservatore del panorama religioso da quasi 40 anni, raramente superficiale (a volte anche a lui fa gioco esserlo...), pure quando ti trovi in disaccordo. Qui sostiene che le cose più preziose, belle, profonde e importanti per chi ha il privilegio di ascoltarle, o anche di leggerle, sono i discorsi delle Udienze, o le omelie nel corso della Messa. Ricorda, lui, la notte di Madrid (agosto 2011) quando il Papa, avendo atteso "una buona mezzora" sotto una tempesta di vento e pioggia in silenzio e in ginocchio davanti a Cristo esposto sull'altare, parlò a braccio al milione di ragazzi, anch'essi silenziosi e attenti, e li invitò a guardare non a lui, ma con lui a Gesù Cristo, vivo e presente. Ancora Magister: «Si scoprirà un giorno che il vero distintivo di questo Papa sono le omelie». Certo: fanno meno notizia, scivolano via subito dalla luce dei media, ma sono offerte di grazia alla libertà di chi le ascolta, e anche di chi ha la fortuna di leggerle senza pretendere di sapere già tutto, col solito schemino costruito dal pregiudizio ormai più che trentennale. Che dire? Viene in mente un verso di Tommaso d'Aquino, genio ancora in prima pagina (27/4) persino sul "Manifesto": «Expertus potest credere» (lo può credere chi ne ha fatto esperienza). Già: ma quanti credenti cattolici, quanti preti, quanti impegnati nel mondo leggono il Papa senza limitarsi a vederlo fatto a pezzetti insulsi, malinteso e spesso ridicolizzato in brevi di cronaca o in commenti volutamente ostili? Qui è il punto: dolente molto…
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