martedì 11 giugno 2013
“Corsera” domenica (9/6, p. 18 di "La Lettura"): «Delvaux giocava con i treni… E le sue donne algide turbarono il futuro Papa Giovanni XXIII, che le proibì al clero». Così Sebastiano Grasso – pagina intera, 5 colonne e tre foto – racconta nel titolo una Mostra del grande pittore belga a Parma, e ricorda che egli, sì, dipingeva anche nudi, ma di «donne algide che… non hanno alcunché di sensuale, di conturbante». Che c'entra Papa Giovanni? Niente, salvo il fatto che Grasso continua così: «… e non si capisce come, nella Biennale del 1954 l'allora patriarca di Venezia, Angelo Maria (sic!) Roncalli abbia potuto proibire ai preti… di andare a vedere i quadri di Delvaux, per non rimanere turbati». Già azzardato, e poteva fermarsi qui. Invece no. Continua: «La cosa faceva il paio con l'altra storia veneziana… ». Quindi racconta che quando il patriarca passava in gondola sul Canal Grande si provvedeva a nascondere alla vista l'organo sessuale del Cavaliere della celebre statua equestre di Marino Marini. E già… Un articolo su una Mostra, a Parma, poteva essere noioso, e allora andava condito con… spezie piccanti. Per caso proprio lì sopra c'era la rubrichetta di Marisa Fumagalli, "Cotture brevi", con questo titolo: «La cucina delle distrazioni». Perfetto commento allo scritto di Grasso: infatti Papa Giovanni si chiamava Angelo Giuseppe (non Angelo Maria), ma soprattutto il resto – dato per storico – è l'opposto dei fatti: giunto a Venezia il futuro Papa provvide a togliere al clero la proibizione di visitare le Mostre d'arte, a cominciare dalla Biennale. Dunque allora nessun «turbamento», invece quello professionale dovrebbe valere ora per chi, scrivendo, "cuoce" la minestra per i lettori, e mette bene in "mostra" i suoi brutti pasticci.
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