martedì 24 novembre 2020
Nella vita c'è anche chi “dorme da piedi” (cfr. Treccani: è ingenuo o impreparato,) e vede le cose in ritardo e al rovescio. Ieri per esempio (“Nazione”, “Carlino”, “Giorno”, p. 10) questo titolo squillante: «Rivoluzione a messa, cambia il Padre nostro». L'inizio vuol essere un riassunto sorprendente per quantità e qualità: «Dalla recita del Padre nostro al Gloria passando per il Confiteor anche la messa si rivoluziona. Di molto». In realtà è ben poco! Una «rivoluzione»? Piccola piccola! Infatti quando si tratta di chiarire bastano due righe già vecchie di mesi sulle stesse pagine: invece di «non ci indurre in tentazione», «non abbandonarci alla tentazione». Invece di «uomini di buona volontà» la certezza dell'amore di Dio: «Uomini che Egli ama». Rivoluzione? Sorridi, ma a conclusione trovi l'ironia sottintesa: «...tempi strettissimi, considerando che la Cei era impegnata sul punto dal 1988»! Poi però si aggiunge che era impegnata anche sulla «Svolta per includere le donne: “Confesso a voi fratelli e sorelle”». Svolta? Realtà già nel tramonto piovoso di un certo 13 marzo: «Fratelli e sorelle, buonasera!» Ma è ovvio che i posti per “dormire da piedi” siano molto occupati, e stessa musica la trovi altrove peggiorata. (“Giornale”, titolone a tutta p. 19): «“Fratelli e sorelle” in chiesa. Prove generali di nuova messa». Ma la musica può essere anche peggiore. Ancora lì (p. 19) titolone: «La deriva della Chiesa di Bergoglio. I fedeli fuggono dalle chiese e il Papa cambia le preghiere». Il bersaglio qui è personale e l'autore, Camillo Langone, permalosa penna in comproprietà col “Foglio”, si esercita con la ben nota abbondanza di vetriolo e senza scrupoli di eleganza (almeno) formale e di aderenza ai fatti. Un lamento infinito! Sono già tante le disgrazie in questo periodo che vale la pena di dare la colpa al “bersaglio grosso”: da qualche tempo unico per chi dorme da piedi, ma si crede sveglio...
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