sabato 26 febbraio 2005
Ieri su 18 quotidiani 110 articoli sul Papa. Alti strilli: troppi preti, troppa Chiesa, troppo Papa, troppi cattolici! Serve a coprire i propri insuccessi, come la calzamaglia in faccia. I radicali - visto anche ieri - non trovano nei due "forni" politici un panettiere disposto a prendere la loro farina? Colpa dei cattolici, protesta in pagina qualche "garzoncello" non del tutto "scherzoso". Sul "Messaggero" Mario Ajello un po' scherzoso lo è, e gioca fin dal titolo a confondere le idee: "L'eterno rito del bacio della pantofola". Ma intervista il cattolico e storico Pietro Scoppola che sostiene proprio il contrario: i cattolici hanno la loro coscienza, e il rifiuto è venuto "semplicemente" dalla "storica incompatibilità fra la cultura cattolica e quella libertaria liberista dei radicali". Ajello non capisce o fa finta, e tira in ballo De Gasperi e l'operazione Sturzo. A vanvera. Allora, 50 anni or sono, era in gioco qualche poltrona in Campidoglio, ora è in gioco la vita dell'uomo. Chi non coglie la differenza è in ritardo. Lo è anche Miriam Mafai, che su "Repubblica" lamenta "la ferita" inferta al centrosinistra da questo rifiuto: si perdono voti - scrive - e così si rinuncia alla laicità dello Stato favorendo "il progetto egemonico" della Chiesa. Lei vede questo progetto - figuriamoci - nell'"arroganza" del card. Ruini che così, sentenzia, "rinnega le acquisizioni democratiche del Concilio". Perbacco! Ruini nuovo Gramsci, e Mafai scopre il "Concilio democratico". È maligno ricordare che ai tempi del Concilio lei taceva, accanto a uomini come Giancarlo Paletta, il cui ideale ufficiale era, ed è rimasto ancora a lungo, "fare come in Russia"? Una Russia allora non proprio "democratica"?
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