giovedì 20 dicembre 2012
A malincuore, di nuovo: illustri ciechi e sordi da pregiudizio e/o malafede ripetono insulti e calunnie. Il Papa parla di ordine mondiale e pace ricordando anche che la Chiesa non accetta l'identificazione di matrimonio e unioni gay. Dottrina millenaria, ma sono strilli. Qui già visto, ma su "Repubblica" (15/12, p. 16) Vendola fa il bis accusando – Chiesa «omofoba» e, testuale, «fabbrica di intolleranza e violenza» – Ferrero protesta per l'«anatema barbarico e incivile» e Nencini, capo di un redivivo Psi , lamenta «la Santa Inquisizione». Fosse incomprensione non varrebbe la replica: nessun ostacolo agli ovvi diritti civili della persona, nessun avallo a disprezzo e discriminazioni, nessuna «omofobia» intesa come paura e odio del diverso: solo l'evidenza di una realtà vissuta in modi opposti, e come tale valutata. Sì ai diritti di ognuno, no alla pretesa di un'identità tra ciò che è matrimonio e ciò che non lo è. Vietato anche ricordarlo? Ma c'è di peggio: martedì su Rai3 (ore 13) il solito Augias parla di Benigni e di Costituzione col direttore di "Repubblica", e poi con il pubblico giovanile tira fuori dal cilindro l'accusa al Papa che avrebbe «benedetto» la ministra africana che vuole la condanna a morte dei gay come tali. Falso e già smentito a chi di dovere dalla Santa Sede (come lo stesso giorno leggo anche sul "Foglio" a p. 2). Di più: già nel 2009 la condanna a morte dei gay fu respinta all'Onu dal Vaticano e dall'arcivescovo di Kampala cardinal Lwanga, e i vescovi ugandesi ricordarono: «La Chiesa insegna che le persone omosessuali hanno bisogno di aiuto e amore come tutti, e la pena di morte e la prigione per atti omosessuali colpiscono le persone invece di aiutarle». Via col vento della calunnia, vero? E così i giovani presenti e i telespettatori sono "catechizzati" a modino sulle reti pubbliche. Complimenti alla Rai: menzogna esibita senza pudore…
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