Titolone su “Libero” (3/12, p. 5): «Attacco al cristianesimo». Allarmato annuncio con seguito: «Servirebbe un Pontefice che difenda il Natale»! Non ascoltano il Papa, ma gli dicono che cosa deve dire e fare. E strillano di «offese», ma invece di chiarire dove siano, perché siano tali e da chi vengano, si dà la colpa al Successore di Pietro che sarebbe «intento ad esternare contro la proprietà privata». Accusa a occhi chiusi e interessi aperti! Evidentemente a qualcuno che da quelle parti ignora la dottrina bimillenaria cristiana sul tema, la proprietà privata “senza limiti” interessa molto più delle feste di un Natale visto “sotto assedio” solo quando fa comodo. Le feste, comunque, passano, e la grande proprietà privata è sempre nelle mani, di pochi e potenti, e tale deve restare... Viene quasi il pensiero che per qualcuno il Covid-19 fa meno danni del cenone! Altre curiosità. Ieri sul “Corsera” ( p.18) un titolo lunare: «Se il Papa adotta il motto di Biden», che sarebbe «Ricostruire meglio». Lunare. L'evidenza ragionevole è scontata, e per qualcuno è anche evidenza delle possibili “sintonie” tra il Papa e il nuovo (occorre precisarlo) presidente degli Usa. Che dire? Si vedrà, ma – Biden o non Biden – pare difficile non trovare qui ragionevole sintonia con tutti quelli che pensano, e non sono pazzi. Certo non coi i terroristi! Altro spunto: bello. Ieri ancora “Corsera” (p. 1) Massimo Gramellini scrive che «Nulla è più potente della parola, quando è seguita da un gesto che non la smentisce». Parla di un premio internazionale, ma mi richiama la conclusione qui ieri (p. 3) di un bellissimo articolo di Lorenzo Fazzini – “Teologia. Collin: Il Cristianesimo non sia soltanto etica” – ove leggo che «invece di parlare del Vangelo, dobbiamo imperativamente far parlare il Vangelo». Con i fatti: discepoli di Quello che «cominciò a fare, e poi ad insegnare» (At, 1, 1). La fede, ben oltre ogni morale: è vita, insieme di terra e di cielo...Noi «...già siamo figli, ancora non si vede, ma si vive». Evviva!