martedì 27 luglio 2010
«Bambino così piccolo, e peccatore così grande!» Così sant'Agostino raccontava la sua scapestrata giovinezza. Confronto incongruente. Ci pensavo domenica leggendo su "Avvenire" (Agorà, p 3) l'intervista di Edoardo Castagna a Moni Ovadia, pieno di saggio equilibrio contro «la pavidità euroburocratica incapace di scaldare i cuori» degli uomini, e allora dal giorno prima non mi sapevo spiegare ("Unità", p 47: "Il vuoto delle religioni") la tirata violenta e unilaterale dello stesso Ovadia, rifiuto pregiudiziale e accusa a tutte le religioni, in primis «la Chiesa cattolica di recente travolta dallo scandalo pedofilìa», e con essa anche ebraismo e islam senza eccezioni. Ecco: «oppio per i popoli»! Saggezza illuminata nel primo testo e pregiudizio totale nel secondo contro le religioni che «si ostinano a pretendere il potere della verità assoluta» su tutto. Tirata totale con resa assoluta: «ossessionate dal monopolio della verità hanno abbandonato l'uomo al culto di Mamona»! Ovadia? Tanto ragionevole su "Avvenire" quanto cieco e unilaterale su "L'Unità". Ma è moda, tromba che "squilla" su tante pagine. Ecco "Repubblica", stessa domenica, intera p. XIX di "Cronaca romana": «Dalle basiliche ai Palazzi d'oro, la città del "quarto Vaticano"». Leggi e apprendi alla lettera, firma furbacchiona e notissima, che Roma" «da San Giovanni, Santa Maria Maggiore e San Paolo" via Nazionale e Colosseo, via Condotti e piazza di Spagna, via Merulana e lungo le vie consolari, Appia, Cassia, e fino a Parioli, Nomentana e Monteverde» è "roba" del Vaticano! Insomma: tutta Roma. Chi non la conosce, legge e beve, chi la conosce ride: tromboni e buffonate!
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