sabato 29 giugno 2019
Ieri “Libero” (p. 10) sul prossimo Sinodo per l'Amazzonia titola: «Accuse a Papa Francesco: “eresia sui preti sposati”»! Allarme alla sola idea, ma è noto che da sempre e sino a oggi la Chiesa cattolica li ha nelle sue parti orientali, e il Concilio ha esplicitamente affermato che essi «non sono né meno preti, né meno buoni preti dei celibi». Vale la pena di suonare le sirene come in vista dei bombardamenti durante la guerra? No, ma talora la guerra rovina anche le migliori memorie. In questi giorni, per esempio, molti giornali ricordano il grande Giovanni Guareschi, scrittore ammirevole e reso anche tale dalla realizzazione dei film con soggetto il suo don Camillo. Sul “Fatto” (25/6, p. 22) eccolo definito «Squilibrato equilibratore» e quello squilibrio, che non toglie smalto alla genialità e alla limpidezza della scrittura, viene fuori in maniera sorprendente. Ecco infatti ancora ieri stesso “Libero” (p. 27: «Il Guareschi giornalista che anticipava il futuro») una sua citazione inattesa spacciata addirittura per «lungimiranza» (sic). Nel testo lui se la prende con i giovani del '68, e arriva lo “squilibrio” per lo meno indecente: quelli fanno «pensare – scrive – a monsignor Capovilla e (...) Papa Montini: testa quadra su collo magro, capelli corti a spazzola, occhiali. Qualcosa che sta tra il pollo spennato e il rapace»! Insulti indecenti: la dicono lunga anche su tante altre cose. Sì, buona letteratura, stile avvincente, ma per certi aspetti – penso alla vicinanza al “Borghese”, il primo giornale che in Italia ha insultato con frode il sacramento della Penitenza – fa venire tanta malinconia. Squilibrato la sua parte, e poco “lungimirante”, anche guardato da vicino in memoria. Certi elogi di oggi credono di guardare “lungi”, ma solo indietro: nostalgie di un passato per fortuna proprio morto, e sepolto.
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