venerdì 30 aprile 2021
«Ogni terra è piena di storie da salvare. Me ne sono appassionata, ho cominciato a raccoglierle e a tramandarle. Se la storia è appassionante il racconto stesso diventa luogo, si crea uno spazio fatto di silenzio, emozioni: si resta seduti ma si va lontano. Il mio raccontare è diventato un'attività che mi sta modellando, la vita degli altri cambia la mia». Di curiosi narratori, recettori e attori preziosi della memoria, come Elisabetta Salvatori, è piena la Scrittura. Le pagine diventano autentiche stanze della vita, ripresa dalla penna-telecamera degli agiografi. La loro bellezza rapisce e la cura dei minimi dettagli non finisce mai di stupire. Si tratta per lo più di incontri, di dialoghi, di relazioni perché nel mondo antico la vita non era mai solitaria tranne che quando, all'isolamento, vi si fosse costretti. Del lebbroso si parla, nei Vangeli, quando incontra Gesù, mentre nulla se ne dice prima. Egli toccò Gesù e Gesù provò un morso alle viscere: il dolore vitale della misericordia. Così cambiò la vita del lebbroso che fu guarito per un atto d'amore. E così, la sua storia, cambia anche la nostra.
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