sabato 7 luglio 2018
Ius et lex. Con questo titolo si presenta il volume di Maurizio Manzi (Europa, pagine 112, euro 12,00). Non facile per me da commentare in modo che possa richiamare alla lettura. Lo stesso scrittore nella dedica confessa che queste pagine le ha dedicate a se stesso e proprio nel momento «dell'età matura, cioè in una stagione della vita nella quale la stessa materia ti tradisce progressivamente, ma nello stesso tempo l'anima è sempre più luminosa in ragione del contributo apportato dallo studio dei testi scritti, ma ancora di più, dalla concreta esperienza della vita». Queste parole non sono solamente una introduzione al saggio sul cammino dell'umanità nei confronti del diritto e della legalità. Ed anche se viene immediato il pensiero di chiudere queste pagine che sembrano lontane dai nostri modesti compiti e problemi di ogni giorno, riga dopo riga ci si trova coinvolti dal ragionamento dell'autore che ci racconta lo stesso nostro cammino attraverso la storia e l'esercizio del potere politico.
Ecco allora i capitoli sui rapporti intersoggettivi dell'epoca romana, per passare poi all'esperienza giuridica del periodo regio. In maniera certamente più ampia l'autore descrive l'esperienza giuridica dei secoli della repubblica senza dimenticare l'importanza del lavoro del periodo imperiale. Capitolo dopo capitolo egli cerca di rendere facile la lettura anche a chi non è esperto né particolarmente interessato a questi argomenti svolgendo quasi senza insistere il suo pensiero che è il sottofondo di tutta l'opera; cioè evidenziare come le due esperienze storiche che hanno influito sulle concezioni del diritto sono state la democrazia ateniese e molti secoli dopo quella dell'illuminismo. Seguendo allora questo suo filo conduttore non sarà difficile anche leggere le pagine sul diritto nell'Alto Medioevo, come lo studio sull'epoca dell'Umanesimo e del Rinascimento dei quali è più facile avere conoscenza sia per gli studi di base, che molti hanno avuto, sia per il maggiore interesse perché più vicini nel tempo. La lettura poi dello scritto sul «secolo del lumi» porta l'autore ad esaminare come questo periodo che aveva abbandonato ogni «incrostazione» di natura religiosa ha posto di nuovo l'uomo al centro dell'universo. Il capitolo si avvale, seguendo il tempo, delle opere e di nomi illustri, di Cartesio, di Hobbes, e di quanti poi trovano importanti sostenitori nella classe della borghesia per una nuova rivoluzione. Ed ecco il capitolo dell'epoca napoleonica... Niente l'autore ha lasciato all'esperienza modesta del lettore che si trova, nelle ultime pagine, di fronte all'epoca fascista ed alle nostre esperienze negative di quei giovani. Ma qualche ricordo lo storico regala anche al nostro dopoguerra che oggi si può esaminare con maggiore serenità. Così si chiude la lettura di un breve libro interessante.
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