mercoledì 1 giugno 2016
Inumeri non dicono tutto, ma otto mesi dopo lo scoppio dello scandalo che poteva annientarla, o almeno determinare crepe fatali, dicono che Volkswagen se non benissimo sta ancora molto bene. La casa di Wolfsburg vede spiragli positivi per l'accordo finale con le autorità Usa sul “dieselgate” (il 21 giugno dovrebbe essere formalizzato l'accordo con il governo Usa e con i proprietari di auto che hanno fatto causa); e accelera verso carburanti alternativi per le proprie vetture progettando in casa una fabbrica di batterie per potenziare la produzione di auto elettriche, che dovrebbe renderla indipendente dai produttori asiatici. In più, concederà ai propri dipendenti tedeschi un aumento di stipendio. Il tutto nonostante abbia dovuto accantonare 16,2 miliardi di euro per quella che Volkswagen chiama elegantemente “tematica diesel”, non potendola definire più prosaicamente “truffa”, quella cioè che sostanzialmente è stata. Dopo la violazione apportata sulle centraline delle vetture a gasolio che ha stroncato i conti provocando nel bilancio 2015 - proprio a causa dell'accantonamento - una perdita di 1,6 miliardi (primo “rosso” dal 1993) con il dividendo agli azionisti tagliato del 97%, ora Volkswagen ha chiuso il primo trimestre 2016 con risultati definiti «sopra le aspettative». L'utile operativo sale a 3,44 miliardi contro i 3,33 dello stesso periodo dell'anno scorso, mentre il fatturato è sceso del 3,4%. Tra i 12 marchi del Gruppo, la peggiore performance è proprio quella del brand VW, che segna un crollo dell'utile operativo a 73 milioni di euro (erano 514).L'indubbio salasso finanziario non coincide comunque con una perdita di immagine. Che resta fortissima nonostante lo scandalo: in attesa dei dati di maggio – che non invertiranno di certo la tendenza – un'auto nuova su quattro acquistata oggi in Europa (25,4%) esce ancora dagli stabilimenti del Gruppo Volkswagen.Nel frattempo, ferito ma non troppo dolorante, il costruttore tedesco è riuscito a far approvare dall'ultimo Consiglio di Sorveglianza che venisse congelato solo il 30% dei bonus destinati ai dirigenti per il 2015 (bonus che potranno comunque recuperare in seguito, se i risultati di Borsa lo consentiranno). Una decisione duramente contestata all'interno dell'organo di controllo dove i sindacati dispongono di 10 posti su 20, usanza molto tedesca e aliena alle nostre abitudini. Per non alterare troppo gli equilibri comunque, Volkswagen concederà ad almeno 120 mila dei propri dipendenti in Germania un aumento del salario del 4,8% tra settembre 2016 e agosto 2017. Non male per un Gruppo con il bilancio in rosso e uno scandalo bruciante sulle spalle ancora tutto da digerire.
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