venerdì 12 settembre 2014
Prima lo scudetto argentino, poi la Coppa dei campioni sudamericana. Dopo l'elezione di Jorge Mario Bergoglio – tifoso del club porteño forse meno celebrato rispetto a Boca, Independiente, River Plate e Racing – la squadra dei cuervos rossi e blu sembra aver messo il turbo tanto da diventare inarrestabile, dopo lunghi anni di anonimato e pur senza schierare stelle di fama internazionale. Ora che la Coppa Libertadores – la Champions dell'America del Sud – luccica nella bacheca del club, ad attendere il San Lorenzo c'è il mondo intero, e non è una frase fatta: la squadra del Papa contenderà ai campioni degli altri continenti – Real Madrid di Ancelotti in primis – la Coppa del mondo per club, dal 10 al 20 dicembre in Marocco. E il San Lorenzo pensa in grande. La società sta infatti pensando di realizzare un nuovo stadio che prenda il posto del «Pedro Bidegain», lo storico «Gasómetro», diventato troppo piccolo per una squadra cresciuta assai in fretta. E per un progetto nato sulle ali dell'entusiasmo popolare e sportivo per quel primo tifoso tuttora titolare della tessera 88.235 non si poteva che scegliere il suo nome. Nel quartiere Boedo di Buenos Aires, dove la società ha le sue radici, presto potrebbe sorgere l'«Estadio Papa Francisco». Un gesto di affetto che ricambia il calore col quale all'udienza del 20 agosto il Papa ha accolto la delegazione dei campioni d'America che gli portava la Coppa appena conquistata: «Il San Lorenzo – ha spiegato il Papa – è parte della mia identità culturale». Un fuoriclasse in squadra, a ben pensarci, i rossoblù possono vantarlo.
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