mercoledì 11 marzo 2009
In punta di piedi ancora su "Repubblica": vi trovo spunti di discussione. Lunedì Mancuso su "fede e libertà" - troppo malinteso per un breve lupus - e ieri due pezzi in prima pagina. Adriano Prosperi - "La paura della fine e il biotestamento" - spiega solo con "la paura" tutto il contrasto con Chiesa e cattolici sul testamento biologico: "il cardinale Bagnasco" e "la Pontificia Accademia della vita", cioè la Chiesa "sconfitta nel '700 dalla secolarizzazione" resisterebbe, spinta dall'"impulso della paura", alla dinamica della libertà espressa dalla Costituzione, e quindi chiude ogni spazio. Giudizio fondato, o superficialmente semplificatore al puro scopo di comodità polemica? Per Malpelo la seconda, e varrebbe la pena di ragionarci, ma qui lo faccio ogni giorno e qui mi è utile passare al secondo pezzo, nel quale Michele Serra - "Facile dire sinistra del no" (p. 1) - polemizza con il vezzo diffuso nella maggioranza di governo e fogli affini che dipingono l'attuale opposizione con l'unico e facile schema della contrapposizione di principio, del "no" su tutti i fronti e su tutti gli argomenti, che serve alla stessa maggioranza per scavalcare ogni discorso serio che permetterebbe dialogo, confronto reale e convivenza non urlata e non paralizzante"Ha ragione Serra? Per Malpelo molta"Ma poi ripenso allo "scontro" culturale e ideale con la Chiesa di cui parlava Prosperi, e trovo che la dinamica dello schema è proprio la stessa. "Facile - infatti - dire la paura", senza guardare ai veri argomenti della resistenza della Chiesa. Insomma, a sorpresa, due spunti per ragionare, e in avanti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI