Sorridere nel giorno dei morti senza eludere le grandi domande
mercoledì 3 novembre 2021
Quando su Facebook mi compare la notifica di un nuovo video del genere umoristico-catechetico di cui Giovanni Scifoni è l'insuperato inventore, difficilmente resisto alla tentazione di andarmelo a vedere, anche se sono fuori casa e la batteria dello smartphone, prossima all'esaurimento, non me lo perdonerà. Non sono il solo: ieri alle 13 il filmato di tre minuti e mezzo che Scifoni aveva postato di prima mattina sulla sua pagina ufficiale ( bit.ly/3nNlGk0 ), intitolato “Giorno dei morti”, contava già 59mila visualizzazioni, quasi 6mila reazioni, 3mila500 condivisioni e 254 commenti. L'autore-narratore, forte anche della consulenza spirituale di Gero Arnone e Giovanni Marcotullio, parla della paura della morte e dell'insufficienza delle risposte filosofiche, e la interpreta come paura di essere dimenticati, o peggio sostituiti; di qui il tentativo di lasciare un ricordo di noi a chi ci sopravvivrà. Gli intermezzi comici di questi passaggi, oggettivamente drammatici, sono tutti riusciti. Se proprio dovessi scegliere direi che il primo posto, attestato anche dal tenore di tanti commenti, lo merita l'entrata in scena della guest star Luca Argentero (compagno di Scifoni sul set della fiction “Doc”) in veste di papà sostitutivo, in caso di scomparsa di quello naturale: i figli e la moglie lo trovano tramite un'apposita app e lo accettano dopo aver commentato tiepidamente: «Sì, può andare». Ma, dopo i sorrisi, le grandi domande restano, né il video pretende di dare le risposte: «Oggi ricordiamo i morti. E i morti ricordano a noi che il ricordo dei mortali non può che essere anch'esso mortale», dice Scifoni nella sua penultima battuta. Preferisce, nella battuta finale, suggerire una speranza: «Forse quell'immortalità che cerchiamo, quell'infinito, possiamo trovarlo altrove, perché c'è uno squarcio in ogni cosa. È così che entra la luce».
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