martedì 28 aprile 2015
«Fas est et ab hoste…»:càpita, dicevano i romani, di sorprenderti al rovescio, ove meno te lo aspetti. Torna di recente in molte pagine la voce sulla beatificazione di Aldo Moro con pro e contro, ma leggi che la motivazione sarebbe come «martire». Nessun dubbio sulle virtù, per quel poco che l'ho conosciuto, ma sostenere che sia stato ucciso in odium fidei è falso. Fu ucciso piuttosto in odium di un progetto politico-culturale, che per me era di grande valore, e certi facili beatificatori dovrebbero ricordare che quel progetto fu visto molto male anche da parte non piccola né irrilevante della ufficialità ecclesiastica. Càpitano, però, anche sorprese (o quasi) al rovescio nel bello. Eccole doppie: ieri sul "Fatto Quotidiano", insieme a tante cose discutibili e anche azzardate date per certe sul Giubileo che comincerà l'8 dicembre – per esempio, «Grandi eventi, sprechi in arrivo» – trovi in prima il lancio – «Il mistero della clausura, dove le donne amano Dio» – per due pagine (10-11) di Fabrizio d'Esposito sui monasteri femminili di clausura, da noi in Italia «circa 500 per 7.000 monache», ove leggi anche cose bellissime sull'amore pieno per Gesù e per l'umanità tutta che rivendica con fierezza umile – pare una contraddizione, ma non lo è – la bellezza della scelta radicale compiuta con gioia e donazione integrale. E non basta: alle pp. 12-13 c'è un'intervista a Roberto Vecchioni ove torni a leggere (i lettori di "Avvenire" ne sanno già qualcosa) la scoperta della fede nell'aldilà che inizia nell'aldiquà: «L'incontro con Dio mi ha cambiato la vita»! Bella sorpresa, davvero, questa doppia scelta: dice che mai bisogna disperare del prossimo, di tutto il prossimo, e la cosa vale anche per i giornali, che fino a prova contraria sono sempre scritti dal prossimo, più o meno…vicino, ma pur sempre prossimo.
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