venerdì 25 settembre 2009
Lupus bifronte. "Repubblica" (23/9, p. 27) «Caso Moro, un pentito rivela»: Francesco Fonti, «pentito di 'ndrangheta», dice di aver «capito» nel 1978, in «un incontro con Benigno Zaccagnini», che tutti sapevano dov'era «prigioniero» Moro, ma impedirono la sua liberazione, e che «ancora nel 1990» per il suo silenzio complice Mario Moretti riceveva «in busta» un assegno dal «ministero degli Interni». I «ministri degli Interni» dal 1978 al 1990 dovrebbero querelare per diffamazione, ma per conto mio, avendo vissuto quei 53 giorni, in particolare le notti accanto al dolentissimo Benigno Zaccagnini in preghiera, anche con celebrazione eucaristica, mi indigno e contesto la diffamazione vile e postuma di persona indifesa. No! «Fonti» così inquinate non sono libertà di opinione o di stampa! Seconda fronte, anch'essa spiacevole. Come segnalato da "Avvenire" ieri, Dario Franceschini su "L'Espresso" mostra un Pd in mutazione «radicale»: egli in passato (Ansa, 17/5/2008) elogiando la grande «presenza nel Pd di parlamentari cattolici impegnati, unica» rispetto agli altri partiti, sui «temi etici» annunciava piena libertà di coscienza dicendo secco: «la presenza dei radicali non può cambiare la natura del partito!» Ora che i radicali non sono (forse) più nel partito, esso però ha cambiato «natura»: sempre «laico», ovviamente, ma che fa sua unitariamente in blocco proprio la posizione dei radicali. E i cattolici che restano, se coerenti parlano diversamente? Rispettati, si assicura, ma di seconda classe, come gli immigrati in certe proposte leghiste: su bus pubblici, ma in apharteid, più rari e più sporchi. «Ragioni identitarie»?
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