giovedì 11 aprile 2019
Cose bellissime ove non le aspetti e brutte in pagina scritta alla cieca. Sul "Venerdì" di "Repubblica" (29/3, p. 37) titolo un po' traballante: «Le donne fuggite sull'Isola di San Giulio». Claudia Arletti ricorda Madre Anna Maria Canopi, monaca contemplativa e da decenni maestra di spiritualità per tanti. Bello, salvo quel «fuggite», l'opposto della realtà. La vita contemplativa nella fede è collocarsi liberamente al "centro" di tutto nella luce dello Spirito Santo: il contrario, appunto, della fuga. Vista la sede, però, bella pagina di memoria viva, con perla finale della stessa Canopi. Un giorno un ospite lasciando l'eremo le disse: «non troverò più la serenità di questo posto» e lei rispose pronta: «Quando non riesci a trovarla alza gli occhi al cielo: è uguale ovunque». Ottimo! Non così invece ("Giornale", 24/3, p. 15) questo titolo insultante: «Se la Chiesa preferisce l'ambientalismo ai valori cristiani». Stupefacente! E proprio nel senso di una droga che ha sovvertito il senso del reale. Quali «valori cristiani» sarebbero messi da parte per sostituirli con l'ambientalismo? Un'affermazione insostenibile: una caduta di brutto, una cosa che non si regge in piedi... E allora torna alla mente un aggettivo un po' forte di uso latino, ripescato parecchi anni orsono anche in un "Processo del Lunedì" da Aldo Biscardi, imbecillus, cioè sine baculo per uno che non si regge in piedi e non si appoggia neppure a un baculus, un bastone. Perciò i microscopici bacilli si chiamano così: perché appaiono come "bastoncini". Dunque nel caso ci vorrebbe una dose d'urto di lucidità (una "botta" o una "bastonata", nel parlar gergale), e nessuna droga da pregiudizio. Chi "vede" la realtà, e legge ciò che la Chiesa, pur con i limiti degli uomini, vive ed annuncia nel Vangelo di sempre "preferito" a tutto, e cioè Gesù Cristo, e solo Gesù Cristo, dovrebbe averlo chiaro.
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