mercoledì 10 giugno 2009
Sorprese imprevedibili. Sabato (6/6) "Repubblica" (p. 43) e "Stampa" (p. 60) parlano di un libro con questi titoli rispettivi: «Se Dio rinasce grazie al profano. Perché la religione non minaccia il mondo laico», e «Svuotati di Dio abbiamo bisogno di trascendenza». Capita anche che quel giorno lo stesso libro sia presentato qui su "Avvenire" (p. 23): «Non tutte le Riforme vengono per nuocere». Nell'opera il «filosofo canadese cristiano (e cattolico) Robert Taylor» mostra che modernità è tutt'altro che cancellazione e desertificazione della fede, e che le ingenue pretese di vecchi e nuovi atei da palcoscenico, che ogni tanto ri-strillano che «Dio è morto», e che le vecchie chiese sono solo cimiteri svuotati di senso, sono smentite non solo dai fatti, ma anche dalle ricerche intellettuali più raffinate e aggiornate. Bella sorpresa, confermata del resto anche ieri qui (p. 27) da Lorenzo Fazzini che presenta l'opera del teologo americano John Haught, «Dio e il nuovo ateismo» (Ed. Queriniana) che «smantella» impietosamente e direttamente i nuovi atei anglosassoni, e indirettamente anche quelli franco-italiani " i cui nomi qui sono già troppo frequenti per ripeterli " che spiegano perché loro non sono e non possono essere credenti, cristiani, e tanto meno cattolici, anzi tutto l'opposto. Loro libertà, ovviamente, come quella di tenere «la lanterna accesa in pieno mezzogiorno» come l'annunciatore della morte di Dio nella "Gaia Scien-za" di Nietzsche, gridando nella piazza del mercato (nel caso, librario, Ndr) che si è fatto buio. E tu a sorpresa scopri che non li ascolta più (quasi) nessuno!
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