venerdì 20 giugno 2008
Belle sorprese! Ieri sul "Foglio" Francesco Agnoli parla del ritorno in auge dell'apologetica, cioè dello scrivere e del parlare in difesa argo-mentata della fede e della Chiesa, e cita l'esempio del mensile "Il Timone". Questo ritorno per lui è replica ad una moda demolitoria che viene «dall'esterno, ma anche da dentro» la Chiesa stessa" Vero, anche se nel descrivere questo "da dentro" Agnoli esagera in catastrofismo e pare accusare persino il Vaticano II. Senza esagerazioni nostalgiche, fa riflettere, e questa rubrica da 12 anni ogni giorno, nel piccolo, è in fondo "apologetica". E sempre ieri, per singolare coincidenza " "Amor cristiano. Quando l'anima si perde in Dio" " su "Repubblica" che di solito suona ben altra musica, Pietro Citati, alle pp. 46/47, in un magnifi-co scritto commenta due volumi della Fondazione Valla con i "Trattati d'amor cristiano", scritti filosofico-teologico-mistici del XII secolo, con lo splendore del linguaggio e dei contenuti che vengono da lontano, ma sono vicinissimi alle inquietudini e ai desideri dell'uomo, anche e soprattutto di oggi: vita celeste e vita terrena intrecciate, presente difficile animato da speranza «entusiasta», anticipazione di gioia eterna resa quotidiana, «già incarnata tra le pianure, le colline e i conventi d'Europa», con l'«amore per Dio che viene via via appagato, ma continua a crescere; non ha fine e non può avere mai fine», si riversa sugli uomini e sulle donne, «conosce il desiderio ininterrotto, mai l'ansia». Bellissimo: apologetica purissima, anche inconsapevole. Forse è la migliore. Per una volta: grazie a "Repubblica"!
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