martedì 17 febbraio 2015
Un incontro perorato da tempo sempre rinviato di necessità: troppo a rischio di fallimento il concreto operare. Strascichi di malumore ma ci sono momenti in cui le parole devono trovare riscontro nel fare, nel già fatto, altrimenti è meglio il silenzio. Le parole meritano rispetto, esigono considerazione, sono esposte a verifica. Linea di demarcazione tra l'essere e l'apparire, tra la sostanza del vivere e la sua rappresentazione.Poi l'incontro, attorno il tavolo da pranzo, cibo calorico e una bottiglia di vino; sguardi compiaciuti, timore rispettoso che lentamente si fa conversazione, racconto, proponimento, proposta. Non sono le idee, volubili, prezzolate, di incerta genesi, a essere significative ma le persone che le incarnano, le fanno vivere, a decretarne l'importanza, il grado di fattibilità.Solo di persona, tra persone, si può riscontrare un comune sentire, ci si può riconoscere simili, complementari in diverse gradazioni. Una presenza viva, la sola capace di sintonia, dà alle parole il giusto peso, bilanciato da gesti, atteggiamenti; offre alla fiducia la possibilità di esporsi. Pensare che il relazionarsi sia uno scambio di informazioni mi riporta allo scambio di figurine che si faceva da bimbi: sta al vivere come gli album dei calciatori stanno al gioco del calcio.
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