mercoledì 20 agosto 2014
Allegrie involontarie, da pregiudizio o superficialità. Ieri “Repubblica” (p. 18): «Ricomincia la scuola e aumentano (ancora) i docenti di religione». Oltre l'“ancora” tra parentesi, l'ostilità è nel sommario: «Sono 2.000 più di dieci anni fa, nonostante il calo degli alunni». Ostile, e anche un po' ridicolo: «Undici anni fa erano poco più di sette gli alunni che uscivano dall'aula… Nel 2012-2013… la quota di quanti scelgono l'esenzione è arrivata all'11,1 per cento». Ma in media le classi hanno 30 alunni, e 7 su 30 sarebbero più del 20 per cento: quindi l'11 di oggi è… la metà! L'ostilità ideologica toglie lucidità! Alla superficialità purtroppo ieri provvede “Aleteia”, di solito apprezzabile, quando spiega «Perché la Santa Sede ora riabilita il “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini». A parte la definizione de “L'Osservatore” come “voce ufficiale del Vaticano”, che non è vera, è allegramente improprio dire che «con il pontificato di Francesco il valore della pellicola è cambiato». Nel 1964 io c'ero, alla nota “Cinescuola” dei Gesuiti (Arpa, Baragli e Taddei): al di là di qualche forzatura quasi anarchica e filomarxista a senso unico le valutazioni non furono solo negative: e Papa era Paolo VI!
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