giovedì 15 marzo 2018
In collana. “Libero” (12/3, p. 1): «Di Maio si fa prete»! All'articolista basta una citazione di De Gasperi sulla bocca del suddetto per capire tutto: cioè, nel caso, niente! Stesso argomento “Corsera” (12/3, p. 6) con «le parole del cardinale Angelo Bassetti», che però si chiama Gualtiero. È la stampa! Stesso giorno, ancora più a precipizio (“Giornale”, p. 14) titolo accusa di Camillo Langone a papa Francesco: «Il suo peccato: relativizzare persino Gesù». Incredibile sordità, o forse cecità voluta. Lui ha cominciato e continua con Gesù, ma sulla Croce, e allora capisci che qualcuno vorrebbe che la Croce fosse anche pugnale per annientare gli altri, come in “Viridiana” di Luis Buñuel, e non puoi acconsentire. Nostalgie maligne, cui come per coincidenza trovi in rete un “pensiero” a firma Roberto De Mattei, lanciato sul solito carrarmato di nostalgie iper-clericali di un tempo nero, cui si aggiunge un confronto secco: «In sei anni di governo (1566-1572) San Pio V stroncò l'eresia in Italia, riformò la Chiesa in capite et in membris, restaurò la Dottrina e la Liturgia con il Catechismo Tridentino e la Messa, promosse la Lega Cristiana contro i Turchi e salvò la civiltà cristiana a Lepanto». E Francesco? De Mattei sicuro: bisognerebbe «interpellare i cardinali» e costringerli a «dissociarsi pubblicamente» dal Papa, altrimenti anche loro a processo! Rivuole un san Pio V, insomma. Libertà, con un solo... dubbio: nel complesso restituitoci comprendiamo anche le premesse che portarono alla strage della Notte di San Bartolomeo? Così: tanto per intenderci meglio sui veri contenuti di certe nostalgie, non solo in pagina...
Follie finite? Macché! Ieri “Libero” (p. 14) titolo annuncio: «Il telefono sostituisce il prete. Basta un clic per confessarsi»! Ironia diffusa e smentita: «Non sostituisce a pieno la confessione... a pro di promemoria...». A pieno? No! Tutto a vuoto!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI