mercoledì 19 marzo 2008
Torna in pagina a intervalli regolari l'ossessione anti Padre Pio: basta il nome, scatta il riflesso. Con effetti singolari. Sulla "Stampa" per esempio (17/3, p. 17: "I mercanti traditi da Padre Pio") Marco Neirotti riporta partecipe da San Giovanni Rotondo i lamenti dei negozianti, snocciola le cifre del mercato del sacro che avverrebbe sul luogo ascoltando equanime le varie campane " «è sfruttamento", "no, è solo risposta ad una domanda» " ma pare divertirsi a sottolineare solo il rovescio della medaglia. Nessun cenno alla gigantesca realtà dell'Ospedale voluto da Padre Pio, prodigio di efficienza e di servizio. È libertà? Sì, ma in qualche contesto diventa ridicola. Capita a "Liberazione" (14/3): in prima pagina il direttore si sbraccia contro un "Porta a Porta" dedicato da Bruno Vespa proprio a Padre Pio, esaltando come unico difensore di Cristo il pittoresco matematico per cui tutti quelli che hanno la fede cristiana sono "cretini". Anche questa è libertà. Succede però che a p. 22 ci sia una lettera con tanto di firma orgogliosa: «Io, ateo convinto, mi sento discriminato». Stesso tema: protesta contro il "Porta a Porta" su Padre Pio, con accuse alla Chiesa " ovvio " e, alla lettera, a «questo Paese superstizioso in cui si erigono maestose cattedrali a 'mummie' e non si costruiscono ospedali per i vivi». "Ospedali"!? Ma la prima e unica "cattedrale" voluta sul posto da Padre Pio fu proprio quell'Ospedale per vivi, di allora e di oggi. Niente! Lorsignori non hanno memoria e vorrebbero cancellare quella di tutti gli altri. Però danno i numeri: ridicoli dalla prima all'ultima pagina"
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI