martedì 5 novembre 2013
Ci furono nei tempi antichissimi uomini che godevano del privilegio di condurre la propria vita con gli dèi, talvolta erano amati dalle dee, e quando erano invitati alla mensa degli dèi peccavano per eccessiva curiosità sì che venivano puniti con pene esemplari. Fra questi si ricordi Sisifo. Fu il più astuto dei mortali, visse una vita piena di casi molti e vari,intento al proprio lucro con ingegnose frodi. Una volta attirò su di sé l'ira di Giove che lo fulminò e lo precipitò agli inferi. Per lui Giove meditò una pena uguale e contraria alla sua colpa: lui che aveva vissuto una vita piena di vari casi e aveva ottenuto guadagni senza fatica e dolore, fu condannato a sostenere invano una fatica sempre uguale per l'eternità dei secoli. Fu infatti costretto a rotolare una pietra immensa fino alla somma cima di un monte scosceso, ma mai giungeva al giogo. Quando era vicino alla vetta e quasi pensava di poterla toccare, di nuovo il sasso rotolava indietro alla pianura, cosicché Sisifo era costretto a riprendere nuovamente la sua fatica senza fine e scopo. Perché ho raccontato questo mito? Perché penso che la vita mortale di Sisifo e poi la sua pena siano simili alla vita di coloro che nulla fecero mai se non per speranza di guadagno, solo per sé, che non amarono alcuno: e che cos'è una vita trascorsa solo per sé? Noia e languore senza luce, stanchezza senza amore, e questa quotidiana ripetizione è orribile e vana.Richiamiamo alla mente il mito di Sisifo quando siamo annoiati e accusiamo la nostra vita perché è sempre uguale a se stessa: mai c'è noia negli animi in cui domina amore. Non parlo dell'amore che gli amici provano verso di noi, che è certo un bene ma non dipende da noi, bensì dell'amore che noi stessi sentiamo per coloro con cui viviamo: questo amore nessuno lo impedirà ed è sempre nelle nostre mani. Ci sono alcuni che pensano di aver avuto una vita infelice perché non furono abbastanza amati, e spesso sbagliano: penso che abbiano avuto una vita infelice perché non hanno amato abbastanza.
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