Sintomi di felicitàI nostri talenti nascosti, un numero accanto allo zero
giovedì 12 settembre 2019
ElenaMolinari
È arrivata al quinto giorno la fase preliminare del processo contro David Daleiden e Sandra Merritt, i giornalisti che hanno registrato video nei quali i responsabili della rete abortiva americana Planned Parenthood discutono la vendita di organi fetali a società biotecnologiche – un commercio illegale negli Stati Uniti (è invece permesso negli Usa donare tessuto fetale alla ricerca). I due, che hanno condotto i reportage per conto del Center for Medical Progress, sono accusati di violazione della privacy per aver nascosto la loro identità negli incontri con dirigenti delle cliniche abortive e acquirenti di tessuti.
È presto per dire se il giudice della Corte della California, Christopher Hite, permetterà all'accusa di portare il caso davanti a una giuria, le audizioni, stando agli avvocati della difesa, avrebbero permesso di confermare il contenuto di alcuni video. In particolare, uno dei testimoni, l'amministratore delegato della StemExpress, avrebbe ammesso di aver ceduto cervelli e cuori fetali intatti a ricercatori di Stanford, in condizioni tali da sollevare il dubbio che gli organi siano stati prelevati dopo la nascita di un feto vivente. I 14 video, nei quali si sente più di un dirigente di Planned Parenthood discutere dettagli raccapriccianti sui tessuti fetali e il loro prezzo, suscitarono scandalo quando furono pubblicati nel 2015. L'anno dopo un giudice distrettuale federale concluse però che non c'erano prove che la cliniche abortive avessero venduto organi a scopo di lucro.
La maggior parte dei repubblicani, e il presidente Donald Trump, hanno cercato di eliminare i finanziamenti pubblici per Planned Parenthood. Recentemente la rete di cliniche ha rinunciato a buona parte dei fondi federali piuttosto che rispettare una nuova regola imposta dall'Amministrazione che vietava loro di indirizzare le donne a un fornitore di aborto.
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