Sintomi di felicitàI chiodi storti e la tenacia (che vale più del talento)
giovedì 21 marzo 2019
MarcoVoleri
«Non vengono via, non c'è niente da fare», sentenziò sconsolato Mario, mobiliere esperto. Aveva piantato per errore una serie di chiodi per fissare il nuovo armadio comprato da Antonello. «Aspetti, ho un'idea: prendo delle pinze con il becco fine, le ho nella mia cassetta degli attrezzi. Sicuramente con quelle riusciamo a prendere la testa dei chiodi e toglierli, con un po' di pazienza». Mario rimase sbalordito. Senza pensarci un attimo si rivolse ad Antonello: «Maestro, mi deve perdonare. Quali altri lavori ha fatto prima di diventare direttore d'orchestra e dirigere nei più importanti teatri del mondo?». Antonello sorrise mentre tenacemente, pinze alla mano, continuava a estrarre i chiodi uno a uno. «Se vuole le dico quello che non ho fatto, faccio prima. Mio padre, fin dall'adolescenza, mi ha spronato a imparare cose diverse, a sudare e mettere da parte tutte le esperienze. Mi ha sempre detto che un giorno ogni piccola cosa imparata mi sarebbe tornata utile. Ho fatto il cameriere, l'apprendista fabbro, imbiancato alcune case, aiutato un elettricista a passare i fili per un nuovo impianto elettrico. Ero giovane e curioso».
Uno dei chiodi era restìo a uscire. «Maestro, lasci perdere, non è importante», sussurrò Mario, quasi con soggezione. «Ci proviamo fino alla fine, Mario. Ho conosciuto alcuni dei più grandi musicisti viventi nella mia carriera. E molti giovani promettenti. Ma il talento non basta: occorre tenacia. Tra un artista talentuoso senza tenacia e un altro tenace ma con meno talento, sarà quest'ultimo a ottenere i risultati migliori».
Quanti chiodi lasciamo piantati male, durante il nostro percorso? Quante volte trattiamo con sufficienza questioni apparentemente superficiali, che non riteniamo di nostra competenza? La lezione di Antonello, abituato ad avere a che fare con la buca d'orchestra, rimase impressa a Mario. Diceva Robert Half: «La perseveranza è ciò che rende l'impossibile possibile, il possibile probabile, e il probabile certo».
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