mercoledì 7 aprile 2010
Mi raccontano che ieri dal barbiere di un paese della Calabria si discute molto di calcio, tv e leggerezze varie " come al "Processo di Biscardi" " uno dalla prima del "Corsera", fa cenno al caso di Vibo Valentia ove il parroco «sfida i malavitosi, ferma la processione dei boss» e questi sparano" Allora tutto si blocca in un lungo silenzio di tomba. Aria di malavita, e il potere ammutolisce. Ci ripenso scorrendo tanti «strilli» sulle prime pagine: «Papa dimettiti!»: titolone che «apre» a tutta pagina "Il Riformista"; «Pedofilia: solo Ratzinger non chiede scusa»: lancio in prima della "Stampa" e, vista la recente dolentissima lettera personale sulla vicenda, falsità patente; «La Chiesa faccia almeno un po' di autocritica», Sandro Bondi, "Il Giornale", p. 1: non c'è più cieco di chi non vuol vedere; «Pedofilia: il Papa criticato per il silenzio di Pasqua», "Repubblica". Deciso in redazione: d'ora in poi il Papa deve sempre e solo parlare di pedofilia, anche a Pasqua! Confronto spontaneo tra silenzi di tomba sulla società (in)civile di tutti e strilli altissimi contro chi a Pasqua ha ricordato gli «angeli», cioè i «messaggeri» della resurrezione, applicando il termine a «tutti i cristiani, uomini e donne» e poi anche ai «preti», ma ha subito aggiunto che «angelo», cioè «messaggero«, indica «la missione», non «la natura», perché tutti, preti compresi, «rimaniamo per natura uomini e donne». Non siamo angeli, per fortuna! Gli uomini peccano, ma possono chiedere perdono e risorgere, mentre gli angeli, se peccano, diventano demoni. Sbaglia sempre, e rischia grosso, chi si crede e si presenta come un angelo!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI