domenica 29 giugno 2008
Ci mancava, è tornato: Francesco Merlo, di spalla in prima pagina venerdì su "Repubblica", "Le impronte dei bimbi rom e il silenzio della Chiesa". Ce l'ha giustamente col decreto Maroni che decide di "prendere le impronte digitali ai bimbi rom", e picchia duro. Si sa: quando vuole lo strillo di Merlo sa essere forte"Ma a un certo punto ecco lo scarto diversivo: "E va bene che il bambino Gesù non era rom, ma la chiesa"la Chiesa"la Chiesa che è l'ecclesia dei naufraghi, dei diseredati e dei dannati della terra perché non interviene?" Drammatico, così, poi subito giù con "De Pedis sepolto nel più esclusivo cimitero del Vaticano", e di nuovo con "Maroni, che come De Pedis si dichiara fervente cattolico"! Ora, a parte tutto, si potrebbe ricordare all'autore quante volte ha strillato di suo perché la Chiesa parlava di cose italiane, figurarsi di "leggi", ma stavolta in redazione gli hanno fatto davvero uno "scherzo da prete". A lui! In prima, proprio sotto il suo pezzo, si rimanda alle pp. 6 e 7, stesso tema, dove Orazio La Rocca in 4 colonne di fuoco sente mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Nazionale, organo della Cei, vertice della Chiesa italiana. "Perché non parla"? Invece parla eccome! Due note. Per alcuni è istintivo, come nel cane di Pavlov: appena pensano alla Chiesa salivano, e via"E poi con Michelangelo: perché non parli? Stavolta la martellata in redazione se la meritano. Non sul ginocchio, ma sulla crapa laicista in preda al "sonno della ragione che genera" mostriciattoli.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI