giovedì 29 dicembre 2016
Un cappellino di lana. Per noi un indumento banale e a volte addirittura superfluo, nel sud del mondo può invece cambiare il destino di migliaia di bambini piegati dal freddo oltre che dalla fame. La Fidapa di Reggio Calabria e con essa le detenute del carcere cittadino hanno aderito al progetto "Una vita tra le tue dita", promosso dalla fondazione Rachelina Ambrosini di Avellino, mirato proprio a portare in Africa i tanto semplici quanto preziosi copricapo da fare indossare a neonati e altri bambini cui può salvare la vita.
Le donne recluse per varie ragioni e con differenti "fine pena" dietro le sbarre della sezione femminile del penitenziario reggino hanno ricevuto decine di gomitoli di lana e imbracciato con gioia e soddisfazione i ferri del mestiere necessari a lavorarla, per cominciare a veder crescere tra le loro mani colorati e caldi cappellini pronti a prendere il volo per rendere meno duro l'inverno dei piccoli bisognosi. Partiranno presto assieme ad altri indumenti e oggetti realizzati dalle detenute in altre carceri sparse per l'Italia e aderenti all'iniziativa di solidarietà che ha creato una lunga e ricca catena del buon cuore.
Nei giorni scorsi la presidente della Fidapa nella città dello Stretto, Bruna Siviglia, assieme ad altre socie e alla presenza della consigliera di parità Daniela De Blasio, ha consegnato alla direttrice della casa di reclusione, Carmela Longo, gli scatoloni carichi di gomitoli di lana raccolti nella città che, nonostante le difficoltà, ancora una volta ha contribuito a un'iniziativa benefica.
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