martedì 23 novembre 2021
«Aleksandr Lukashenko, presidente della Bielorussia, ha dichiarato guerra all'Unione Europea». È la frase iniziale non di un romanzo distopico, ma di un commento firmato da Sergio Romano sul “Corriere” (21/11). Ma ancor più sorprendente è il titolo, che riassume coerentemente il pezzo: «Un'operazione militare della Ue contro la guerra ibrida di Minsk». Ora, Romano non è “uno qualsiasi”. Classe 1929, diplomatico, cultore di storia, opinionista di lunghissimo corso, dovrebbe saper brillare sempre per misura e autorevolezza. E che combina? Invoca l'intervento militare di un esercito che non c'è. È una guerra ibrida con esseri umani, i profughi, usati come ritorsione contro le sanzioni inflitte al governo bielorusso. «Credo che a questa guerra ibrida – scrive Romano – si debba rispondere con una operazione militare e che questa operazione spetti alla Ue. Se fosse lasciata alla Polonia sarebbe soltanto l'ennesima guerra di uno Stato per la propria indipendenza e sopravvivenza. Se fosse gestita dalla Ue, invece, dimostrerebbe che l'Europa può difendere se stessa ricorrendo, se necessario, alle armi». La Ue non ha un esercito? Se lo dia: «Quanto più l'Ue è forte ed efficace, tanto più è necessaria dotarla di un esercito; e un esercito è credibile soltanto se può dare una dimostrazione della propria esistenza». Ora, a questo parere il “Corriere” non affianca contraddittorio né seguito diretto, anche se ieri (22/11) su un tema parallelo c'è un editoriale di Angelo Panebianco intitolato «Difendere le società aperte». Inquietante. Soprattutto perché, come a tenaglia, lo stesso giorno (21/11) la “Repubblica” schiera un'intera pagina che conferma quanto scritto in precedenza e smentito da Mosca: «Truppe russe al confine dell'Ucraina». E ieri (22/11) Enrico Franceschini comincia il suo commento (titolo: «La crisi in Ucraina. L'Europa si misura a Kiev») con questa domanda: «Sta per scoppiare una guerra nel cuore dell'Europa?». E non sai se si tratti di una remota possibilità da scongiurare o di un destino considerato ineluttabile.
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