sabato 8 giugno 2013
«Siete venuti perché avete visto il pane».Gesù guarda in terra, non solleva il viso verso gli interlocutori. La sinagoga di Cafarnao non è grande, s'è riempita in fretta. C'è tensione. Un sacco di gente è arrivata in città nelle prime ore del mattino, dopo aver percorso tutta la riva del lago. Ancora stupefatti da ieri. Ci sono anche molti abitanti che aspettavano che tornasse lo strano Nazareno. «Vi siete saziati, continua Gesù e gira lo sguardo intorno sul viso dei presenti. Ora procuratevi non il cibo che finisce, ma quello che dura per la vita eterna. Il nato tra gli uomini ve lo darà. Perché su di lui Dio ha messo il suo sigillo». Si fa silenzio. Nemmeno lo scalpiccio di un passo né un colpo di tosse. Un odore greve, di corpi, di terra battuta e paglia riempie la sala della sinagoga. Uno degli anziani, dopo essersi guardato attorno, prende la parola: «Dicci, cosa dobbiamo fare per compiere le opere che Dio vuole?». «Credere in colui che Dio ha mandato». Giacomo guarda per un istante Pietro. Il viso del pescatore è teso. Ci sono anche alcuni suoi ex-compagni di lavoro. Qualcuno lo ha salutato con rispetto. Qualcun altro lo guarda chiedendosi con chi sia finito, aveva belle barche, una famiglia … Ma Pietro guarda Gesù, non lo ha mai visto così teso, sembra fuori di sé.
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