domenica 9 maggio 2004
Otardi di cuore, che cosa avete letto/ nelle Scritture? Io fui con voi/ ma non mi conosceste. No, non conosceste/ le voci del deserto./ Per questo non vi lascerò soli/ a consumare la vostra tristezza sulla strada"/ Ecco, si è fatta sera, e Tu rimani./ Nella taverna il fuoco/ se ci sei Tu/ avrà più luce sulle stanche mani/ che portarono il corpo del Signore./ Ecco, si è fatta sera, e Tu rimani. In questa domenica del tempo pasquale ritorniamo su una delle scene più emozionanti del Vangelo di Luca, quella dei discepoli di Emmaus (24, 13-35). La ricostruiamo attraverso qualche verso di una poesia più ampia che Giovanni Cristini (1925-1995) ha posto a suggello di una sua intensa "Via Crucis", composta nel 1950 sotto il titolo La strada della croce. Ho incontrato solo un paio di volte questo critico e poeta finissimo: ora auguro a molti, come è accaduto a me, di scoprirlo pienamente attraverso l'intera raccolta di Tutte le poesie da lui scritte (ed. Interlinea). Nei versi citati vorremmo mettere in luce un solo tema, tipicamente pasquale, quello della presenza di Cristo. Quando camminiamo sulla strada della vita, spesso avvolti nella nebbia della tristezza, egli è accanto, forse sotto le spoglie di un compagno di viaggio, e riesce a immettere calore nel gelo dell'anima. Quando sentiamo scendere il velo del crepuscolo, che è segno di inerzia e di morte, Cristo - ormai slegato dai vincoli del tempo e della rigidità mortuaria - "rimane con noi", seduto alla nostra mensa: «spezzò il pane con le sue bianche mani./ Il sangue gocciolò caldo nel piatto,/ la figura bruciò in un bianco fuoco,/ s'ingrandì silenziosa"».
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