giovedì 10 settembre 2009
«Ricoverato troppo tardi"Si lascia morire in cella». Così ieri sulla prima di "Repubblica" per un detenuto sempre dichiaratosi innocente. Bella vittoria! E perfette parole del "Direttore sanitario del carcere": "Era libero di farlo". Invece leggi: "dovevano salvarlo", e quella è una "dichiarazione shock". Una sorpresa! Era maggiorenne, il poverino in questione, e lucidamente rifiutava nutrizione e idratazione di ogni tipo, con liberissima dichiarazione anticipata di volontà: un testamento biologico da collezione. E allora a "Repubblica" hanno lo shock facile? No, come le frecce delle auto: a intermittenza, ora acceso ora spento. Tutto spento pochi mesi orsono, ai tempi della povera Eluana, della cui volontà ultima non c'era certezza documentata. Nessuno shock! Nessuno scritto? Era uguale. Nessuna sofferenza? Era uguale. Nessun costo economico aggiuntivo forzato? Era uguale: doveva morire, ed è morta. Ufficiale: per "disidratazione", cioè di sete e di fame. Dunque shock a intermittenza, che anche ieri a p. 31 spariva in ampio e dotto saggio giuridico filosofico che sul "testamento biologico" afferma che la volontà di morire e di lasciarsi morire, ovviamente anche di fame e di sete - magari in attesa di un futuro con iniezione fulminante "pietosa" - rientra nei "diritti fondamentali della persona", cui al solito in questi tempi tristi si oppongono i nemici della libertà, della modernità, del progresso dei "Lumi", tutti beni purtroppo ancora ostacolati dagli eredi"Di chi? Ovviamente di "Pio IX", fino alla Cei e Benedetto XVI. Al solito: con nessuno shock, e nessuna intermittenza.
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