giovedì 6 febbraio 2020
Nella vita uno sguardo, anzi tanti, ma che talora sono importanti. Per esempio capita che in qualche volto di Santi si veda negli occhi una vera luce. Luce di “sguardi” che ci accompagnano, allora. Foto preziose... Teresa di Lisieux, tra tante, o Gemma Galgani, «la povera Gemma» come lei si diceva... Sguardi, dunque. E su queste pagine (2/2, p.17): «Consacrati, con lo sguardo a Dio». Parla papa Francesco e dice che «lo sguardo a Dio libera la vita», mentre quello «mondano rattrappisce il cuore». Sguardi? Certo uno speciale lo ha vissuto san Pietro nel pretorio di Pilato, e quello sguardo per lui fu liberante davvero. Ciascuno di noi ha fatto esperienza, nella vita, di qualche sguardo decisivo. C'è altro, in tema? Sì. Stesso giorno (“Fatto Quotidiano”, p. 13) il pastore e teologo Eugenio Bernardini parla dell'Apocalisse e ricorda «La visione regale del Gesù risorto in tutta la sua gloria» ove «anche lo sguardo fiammeggiante è simbolo di autorità e di potenza». Sguardi colossali. Ma ci sono anche quelli quotidiani. Singolare in tema su “Repubblica” di Firenze il giorno precedente (p. 1): «Quello sguardo preoccupato che ferisce». Toccante, e carico di tante cose, ben oltre Firenze. Fabio Galati racconta un particolare di cronaca vissuta in queste ore: «Il giovane barista che vedo quasi ogni mattina, la sarta da cui ritiro i pantaloni aggiustati... I loro occhi, di solito ridenti, talora affaticati, sempre efficienti... Ieri no. Hanno lo sguardo cauto, guardingo. Come se temessero quello che potrei dire. Sono entrambi italo cinesi. Mentre saluto, pago, ritiro la merce mi guardano, preoccupati. Sono quegli occhi che feriscono perché hanno paura. Non del virus, non credo. Ma delle ferite che esso rischia di aprire qui a Firenze». Prezioso per non vedere nemici, uno sguardo amico.
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