sabato 9 ottobre 2010
Linguaggi: a ciascuno il suo. Giovedì per esempio ("Italia Oggi", p. 4) titolo sguaiato per Diego Gabutti: «La fecondazione in vitro non va giù alla Chiesa». Nel testo poi è vera festa: il nuovo Nobel per la medicina è «uno dei babau» del Vaticano che chiama «i bebè in vitro progenie del diavolo». Perciò, 400 anni dopo Galileo, è chiaro: «secoli, e addirittura millenni, possono passare invano»! Gli uomini del Vaticano - testuale " «erudiscono il gregge con l'aria (ma solo l'aria) di sapere quello che dicono» e pretendono che si rispetti la naturalità delle cose in cui «si cela la volontà di Dio, se non Dio con tutte le sue maschere». Ironia del Gabutti: «sei nato bruno: non tingerti i capelli. Guai a chi si fa raddrizzare il naso o si gonfia tette e natiche" Ci vedi male: d'ora in poi niente occhiali. Dio non vult" tutti in piazza a schiamazzare per la dignità dell'embrione». E via, con finale da circo: occorre «indagare con microscopio e alambicchi la natura biologica degli angeli» e «quanti di loro possono ballare il gegheghè sulla punta di uno spillo" pesare anime, spiegare la fisica della Sindone e illustrare la meccanica delle stimmate». Linguaggio "Ig/nobel" su un giornale che ha un direttore conosciuto per non amarlo affatto! Anche altrove linguaggio che urta, se nei titoli per la nomina di un vescovo che si occuperà dei preti leggi «Chiesa: il "clan dei genovesi" nelle poltrone del potere» ("Il Secolo XIX", p. 8), o «Il Papa ha scelto il ministro antipedofilia» ("Il Giornale", p. 21). Tutti pedofili, questi? Proprio ieri su "Liberal" (p. 11) leggi che per l'ultima indagine Piepoli, i pedofili nel clero sarebbero il due per mille, e tra i laici il sei: tre volte tanto... Le indagini dicono quel che dicono, il rigore di Papa Benedetto molto di più.
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