giovedì 13 marzo 2014
Glenn Ford non ha ucciso nessuno. Il 64enne afro-americano è così uscito dal braccio della morte della Louisiana, libero e innocente. C'era entrato quando ne aveva 38, dopo quattro anni in un altro penitenziario. Dal 1988 Ford non aveva aspettato il giorno del suo rilascio, ma l'alba in cui una guardia lo avrebbe svegliato per dirgli che era ora, la sua esecuzione era pronta. Invece un gruppo di avvocati di un'associazione benefica, il Capital Post Conviction Project, ha riaperto il suo caso. Qualche giorno fa la Procura locale ha accusato un altro uomo dell'assassinio del gioielliere che Ford era stato condannato di aver ucciso. E due giorni fa un giudice ha annullato la sentenza di morte contro Ford, facendone il carcerato americano che ha passato più tempo nel braccio della morte per errore. Il giudice, Ramona Emanuel, ha detto che Ford è stato vittima di un processo ingiusto, macchiato da pregiudizi (la giuria era del tutto bianca) e da una «incostituzionale» soppressione di prove. «Mi sento bene – ha detto l'ex condannato – la mia mente corre in mille direzioni. Mi sento bene». Poi ha ammesso di provare «risentimento». «Perché non posso tornare indietro e fare le cose che avrei voluto fare a 38, o a 40 anni, cose come crescere i miei figli». Ford riceverà dallo Stato della Louisiana una somma per compensarlo dei 30 anni spesi dietro le sbarre. Circa 300mila dollari.
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