sabato 5 novembre 2005
Titolone su "Repubblica", giovedì, p. 46: "Tutto ci dice che Darwin aveva ragione". Dice a chi? A noi! Due autori, infatti, Lucio e Francesco Cavalli Sforza, insieme forse per usare il plurale di maestà. Un testo che fa ridere, mescolando ragionamenti faticosi e sensazioni, pregiudizi e giudizi, pedanterie e pressappochismi. "I testi moderni di astronomia - scrivono - continuano a descrivere il comportamento dei corpi celesti senza avere bisogno di ricorrere a un Dio creatore". E sentenziano: "non è necessario invocare l'intervento divino per rendere conto dei fenomeni rivelati dai nostri strumenti di osservazione". Certo: Dio non serve per "descrivere" e "rendere conto" di ciò che si vede e si constata. Chi sostiene il contrario? Ma ciò non vuol dire che Dio non sia creatore. Si impelagano a ripetizione, i due, in ragionamenti contorti, ironizzando sul fatto che nell'ipotesi del cosiddetto "Disegno intelligente" l'Entità suprema implicata "non può essere altro che Dio stesso". E allora? Allora succede che leggi questo sforzo dei due Cavalli mentre le agenzie raccontano che il cardinale Poupard presenta un Convegno internazionale di scienziati, filosofi e teologi su "Evoluzione e religione" in Vaticano ricordando che proprio Darwin, conclude il suo scritto sulla selezione naturale scrivendo che forse un'entità che lui chiama "God" - vedi tu: proprio Dio, Ndr - può avere inserito nelle forme viventi il soffio della vita. Già, anche altri, senza essere Cavalli Sforza, può dire che "Darwin aveva ragione", ringraziando Dio anche per questo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI