venerdì 21 novembre 2003
"Facciamoci tutti anglicani"! Imperativo forte in nome del pensiero debole, ieri sulla "Stampa", a firma Gianni Vattimo insoddisfatto da decenni di essere "cattolico". Il motivo? Per lui la "gerarchia cattolica romana" non solo è "in preda alla sessuofobia", ma tira continuamente "calci nei denti" a tanta gente, con lui in prima fila. Che perciò vuole andarsene. Il rimedio: "farsi anglicani". Elementari i vantaggi: niente celibato per i preti, ordinazione anche alle donne, e vescovi "gay dichiarati". C'è sì, lo sanno tutti, la sottomissione ad un'autorità che è "la regina". Ma lei è "molto discreta". È la religione "a discrezione", "fai da te": "Facciamoci anglicani!" E Vattimo, che di religione ne sa, è del tutto tranquillo: a parte Enrico VIII che si fece anglicano per primo, ma non fu molto "discreto" - chiedere ad Anna Bolena, nel caso - e a parte la regina "molto discreta", il risultato del "farsi da sé" non sarebbe "eresia", cioè rottura dottrinale nella fede, ma solo un piccolo "scisma", uno scismetto debole debole, prêt à porter: cosa minima in religione - scrive - ma di forte "decisione politica" (i Ds tutti anglicani? Ndr). Insomma, come nei vestiti: a ciascuno il suo. Col rischio di uscirne nudi, però. Perché, a pensarci bene, non pare un'idea originale. Ci hanno già provato tanti: dove sono? Ma soprattutto: è proprio sicuro che sulla sessualità, che è il dente che duole nel pezzo, la Bibbia, e anche i Vangeli, oltre a un certo S. Paolo non dicano alcunché di "scomodo" e apparentemente meno discreto della regina Elisabetta, che ha del resto le sue grane in materia? Da ultimo: è sicuro che gli anglicani siano contenti di essere una valvola, tipo quelle sul fianco delle "moka"? Chissà"
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