giovedì 21 novembre 2013
All'inizio degli anni 30, quando io avevo un paio di anni (o forse meno), mia madre e mio padre giocavano a rimpiattino con i loro amici. Sì, adulti, sposati, padre e madre di famiglia, ci giocavano. Nelle sere d'estate, tardi, attorno a una chiesetta quasi campestre posta in cima a una collina: rimaneva poco distante l'ospedale dove mio padre lavorava come medico. Mi pare una cosa bellissima; e mi riempie d'una intollerabile nostalgia. Di loro, di quei tempi. Saranno stati, anzi erano tempi bruttissimi: ma io delle loro infamie non sapevo nulla; e a lungo non ne avrei saputo. Comunque quel gioco di bambini, fatto da un gruppo di giovani adulti nel segno dell'allegria e dell'amicizia, mi sembra ripeto una cosa bellissima. E a me vecchio (un po' triste) come sono, arrivano ancora le voci e le risate, echeggianti nella valle di Seunis (Badd'e Sero, Valle della Sera): dalla penombra tiepida e lontanissima di quelle notti d'estate, attraverso gli infiniti anni che ci separano. È pensabile che un fatto del genere succeda oggi? Non credo, davvero. Sono intervenuti mirabili progressi, non solo materiali, e il tempo che adesso stiamo vivendo è sotto molti aspetti migliore. Magari siamo anche più buoni, chissà. Ma quei loro - strazianti - giochi a nascondersi sono perduti per sempre.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: