martedì 15 maggio 2012
Sabato mattina a Radio Radicale ascolto Marco Taradash che annuncia: «Domani a Roma l'adunata di tutto il clerico-fascismo italiano»! Bruttissimo esempio di settarismo cieco che si dice liberale, ma fa alla lettera "un fascio di ogni erba" all'interno di una realtà complessa in cui veri difensori in buona fede della vita, di ogni vita umana, si sono trovati purtroppo accompagnati anche da gente che con la vita secondo la visione cristiana non ha davvero, e da sempre, nulla da spartire. È la complessità della realtà concreta in cui la strumentalità politica può cambiare di segno anche le cose più nobili. Giustamente ieri sul "Messaggero" (p. 14) lo storico Alberto Melloni denunciava la strumentalizzazione politica dell'evento da parte di chi «con la Chiesa ha davvero poco a che fare». Ma non basta. Alla memoria forse corta degli italiani, anche dei migliori, va ricordato che se questa iniziativa è oggi accusata di essere «per l'abrogazione della legge 194», e quindi come tale ignominiosa e «fascista», ne seguirebbe che coloro che già nel 1981 chiesero l'abrogazione totale della stessa legge 194, e furono bocciati con il voto contrario di quasi il 90% dei cittadini italiani, furono proprio i "liberalizzatori" pannelliani, che quindi ora avrebbero potuto tranquillamente unirsi, con «strumentalità politica», all'iniziativa. Le cose umane sono sempre complesse, dunque, e in questo senso sorprende, e magari fa piacere, sempre "Messaggero", sempre p. 14, leggere in bocca di Melloni l'elogio del cardinale Camillo Ruini, «uomo di grande lungimiranza ed esperienza» che proprio riferendosi alla 194 «disse chiaro e tondo che non c'erano né i tempi, né i modi per riprenderla in mano». Un pizzico di strumentalità. Forse, ma così va bene?
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