sabato 1 luglio 2017
Ieri qui: «La splendida avventura di Luigi Gedda, laico appassionato». L'amico Ernesto Preziosi racconta Gedda, che fu a capo dell'Azione Cattolica dal 1946 al 1959. Giovanissimo conobbi Gedda e le sue sorelle tra Roma e Casale Cortecerro (No) e ricordo che quei 13 anni di impero “geddiano” portarono anche cose poco «splendide», come l'emarginazione piena di De Gasperi con ispirazione curiale vaticana e poi la vera e propria “demolizione” dell'Azione Cattolica di Carlo Carretto, Mario Rossi e don Arturo Paoli nel nome di un impegno “cattolico” che andò ben al di là della legittima difesa dal comunismo che allora diceva ancora Stalin e Paesi dell'Est visti dal Pci di Palmiro Togliatti. Fatti non tutti «splendidi»! Nel raccontare la nostra storia che allinea le glorie di Dio, ma anche le nostre miserie, non si può fingere che tutto sia sempre stato uguale a tutto: serve il coraggio di distinguere. Abbiamo appena visto che le vicende di Mazzolari e Milani non hanno avuto la sola faccia di un passato segnato da incomprensioni ingiuste, non tutte «splendide», di uomini di Chiesa. Ci dobbiamo riflettere... E per caso sempre ieri sul “Venerdì” (p. 20: «Andavamo a ballare al Cremlino») Luciana Castellina ricorda gli anni dell'Urss di Stalin, e per l'oggi avanza una critica intelligente nei confronti della «strategia astutissima» di Putin per la storia passata: « ...vuole creare una iconografia che metta insieme e salvi tutto: Lenin, Stalin, la Chiesa Ortodossa, perfino lo Zar... ». Ecco: pungente qui come debbo essere per “mestiere” (da ministerium) non mi pare sia il caso di beatificare tutto e tutti del nostro passato anche di Chiesa: emarginazioni, punizioni, eventi dolorosi del nostro passato, anche vergogne e omissioni non debbono essere dimenticate in modo che vittime ed esecutori siano confusi gli uni con gli altri, ma superate...
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