martedì 19 luglio 2016
Ho vissuto l'infanzia in ambiente operaio e so quasi tutto di com'erano le tute blu. Così sapevo delle morti bianche. Oggi non fanno cronaca ma questa che ricordo è sorprendente. L'operaio di turno cadde nell'altoforno. Vi sparì dentro atrocemente, estricabile mai più. Il funerale, mi raccontarono, venne fatto portando con un camion direttamente il blocco d'acciaio, che fu ad un tempo monumento e tomba per lui. Una volta, in treno, ascoltai quest'altra storia. Quattro uomini sedevano al di là del corridoio. Credo di avere un'aria poco sveglia, perché mi è capitato più volte di sentire le vicende più assurde. I quattro parlano un dialetto stretto. Le trincee della prima guerra mondiale non sono state sufficienti a rendere i linguaggi vicendevoli. Potrei avere capito qualcosa di troppo o in meno. Mentre riassumo il racconto in me, i tipi scendono alla prima fermata. Parlano di un cantiere edile e di uno, forse uno straniero, magari privo di documenti. Non ho difficoltà ad immaginare che questo sciagurato lavorasse ovviamente in nero. Fatto sta che cade a perpendicolo da un'impalcatura e la sua storia finisce lì. Potrei avere inteso male ma pare l'abbiano sepolto ancora caldo, forse in loco. Mi domando se questo fatto io non l'abbia sognato, in ogni caso eccolo qui.
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